Armenia: attacco dell’opposizione ad un edificio governativo a Yerevan per protestare contro il presidente Nikol Pashinyan.
Armenia: attacco dell’opposizione ad un edificio governativo. I fatti.
Stando alle notizie pubblicate dall’agenzia russa Interfax, un gruppo di diverse decine di manifestanti si è introdotto all’interno di un edificio governativo a Yerevan.
Gli attivisti dell’opposizione hanno protestato dentro l’edificio per diverso tempo. La struttura ospita gli uffici di diversi ministeri del governo armeno.
Uno degli attivisti ha affermato che questa irruzione serviva a mostrare al presidente Nikol Pashinyan che l’opposizione può entrare in ogni edificio governativo.
Il motivo di questa azione è lo stesso che sta infiammando le proteste in Armenia negli ultimi giorni, le dimissioni del presidente Pashinyan.
Infatti il capo di Stato armeno è sotto attacco dalla scorsa settimana dopo che lui è finito, a causa di alcuni commenti, ai ferri corti con lo Stato maggiore dell’esercito.
A causa del botta e risposta tra Pashinyan e i militari, il vicecapo di Stato maggiore Tiran Khachatrian è stato congedato e l’esercito ha chiesto a gran forza le dimissioni dell’esecutivo di Yerevan.
Il presidente armeno ha interpretato le dichiarazioni delle forze armate come un tentativo di colpo di Stato e ha affermato che l’esercito “deve ubbidire al popolo e alle autorità elette”.
Dopodiché i sostenitori di Pashinyan sono scesi in piazza su esortazione del presidente contro l’opposizione.

Armenia: attacco dell’opposizione ad un edificio governativo. La crisi del governo armeno.
L’esecutivo di Nikol Pashinyan è in carica dal 2018, ma da ormai diversi mesi sta faticando ad andare avanti e la popolazione reclama a gran voce le sue dimissioni.
Il motivo dello scontento è la bruciante sconfitta militare inferta all’Armenia dall’Azerbaijan nella regione del Nagorno-Karabakh alla quale è seguita una tregua con la mediazione della Russia.
Il Nagorno-Karabakh (o Karabakh montano) è un’enclave armena in territorio azero che da circa 30 anni è contesa dalle due nazioni caucasiche.
Nello scorso settembre sono ricominciate le ostilità nella regione e si sono protratte fino a sei settimane dopo.
Gli accordi firmati in seguito tra le due parti in conflitto hanno consegnato le zone occupate e la città di Shusha all’Azerbaijan.
Il popolo armeno ha visto questi accordi come una grave umiliazione e per questo protestano da tempo contro il governo con toni sempre più veementi.
Nelle ultime ore il premier armeno ha proposto all’opposizione di intraprendere la via delle elezioni anticipate.